“Tutti i distretti muscoloscheletrici del corpo umano interagiscono tra loro, il cranio non è “slegato” dal resto del corpo.
La morfologia e la postura del cranio sono potenzialmente “correlate”, ma questo non c’entra con la sintomatologia a carico di altri distretti. Ogni possibile correlazione tra caratteristiche scheletriche, dentali e presenza di sintomi, scompare già a livello dell’articolazione temporomandibolare.” (Manfredini et al. Journal of Oral Rehabilitation 2017)
“La postura corporea è un parametro dinamico e variabile a livello intra- ed –inter- individuale. Alcuni parametri oscillano più del 1000%….quindi la valutazione posturometrica o posturografica non può essere in grado di discriminare tra miglioramenti legati ad un trattamento e modifiche casuali/naturali.” (Perinetti et al., Progress in Orthodontics 2012)
“La postura corporea è determinata ed influenzata da molteplici variabili, tra le quali la tensione muscolare e il dolore. Non è forse plausibile che “alterazioni“ posturali siano causate dalla presenza del dolore, che determina adattamenti neuromuscolari protettivi? Il modello di adattamento al dolore (Lund et al., Canadian Journal of Physiology and Pharmacology 1991) e le sue integrazioni dovrebbero insegnare qualcosa.” (Murray & Peck, Journal of Orofacial Pain 2007)
“Ad oggi nessuno strumento tecnologico o valutazione visiva si è dimostrato capace di discernere tra soggetti “sani” e “malati”, l’errore di metodo è superiore alle possibili differenze riscontrate.” (Rocha et al., Journal of Oral Rehabilitation 2017)
“Tutto questo non c’entra con l’occlusione dentale. Le condizioni di studio sperimentale delle presunte modifiche posturali a seguito di cambiamenti occlusali non sono comparabili alla realtà clinica in cui un individuo non tocca (quasi) mai i denti nell’arco delle 24 ore. Inoltre, il contatto occlusale nella realtà clinica non avviene in condizioni di postura corporea e mandibolare comparabili alle posizioni con cui i presunti rapporti occlusione-postura vengono valutati su poltrona odontoiatrica o pedana baropodometrica. Ogni conseguente proposta terapeutica basata su approcci correttivi irreversibili dell’occlusione dentale non ha razionale biologico.” (Manfredini et al., Journal of Oral Rehabilitation 2012)
Queste le ultime news sul tanto dibattuto tema dei rapporti tra occlusione e postura.
Ancora una volta è importante ribadire che non esiste nessun rapporto tra le due cose, che lombalgie, piedi piatti alterazioni delle curve della colonna vertebrale non sono da mettere in relazione con il modo in cui le due arcate dentarie entrano in rapporto tra loro.
Ovviamente ogni individuo ha delle caratteristiche fisiche peculiari ( longilineo, brevilineo, struttura e massa muscolare ) che possono avere influenze sulla sua postura, ma questo non deve trarre in inganno e far pensare che cambiando la posizione dei denti si possa cambiare la postura di quell’individuo. In altre parole le terapie ortodontiche, che si prefiggono di modificare la posizione dei denti, non possono “curare” scoliosi, piedi piatti e rotazioni del bacino.
L’obiettivo delle terapie ortodontiche, attraverso la modifica della posizione dentale, è quello di migliorare l’estetica del soggetto, favorire le manovre di igiene domiciliare e quindi la salute di denti e gengive e migliorare la funzione masticatoria, in quanto denti che contattano meglio tra loro permettono di masticare meglio.