I traumi dentari sono rappresentati per il 25-75% da fratture coronali, spesso recidivanti perché colpiscono persone con malocclusione (II classe scheletrica, ovvero mandibola piccola e denti superiori sporgenti) o con particolari stili di vita: sport, abitudini viziate.
Traumi sulla dentatura decidua danno spesso conseguenze su quella permanente come l’ipoplasia dello smalto, malposizione. Sia traumi diretti quali la lussazione intrusiva del deciduo sia traumi indiretti quali la necrosi pulpare del deciduo portano ad un danno alla gemma del permanente.
La terapia delle lussazioni dentali (dislocazione parziale del dente al di fuori dell’alveolo) prevede il riposizionamento precoce dell’elemento dentale e il suo mantenimento in posizione tramite uno splintaggio (fissaggio) mantenuto per almeno due mesi.
L’avulsione dentale traumatica consiste nella completa dislocazione del dente al di fuori dell’alveolo, in questi casi la terapia consiste nel reimpianto del dente.
Il successo del reimpianto dentale è condizionato da:
- Tempo di permanenza extralveolare;
- Conservazione dell’elemento dentale;
- Protocollo terapeutico.
Il reimpianto dovrebbe essere effettuato entro 5 minuti e il dente conservato nel latte (ottimale), saliva (pericolosa per i microrganismi) o nell’acqua (peggior conservante), l’alveolo adeguatamente lavato con soluzione salina.
In caso di avulsione traumatica il dente dovrebbe essere deterso direttamente con soluzione fisiologica o in assenza di meglio anche acqua e reimpiantato subito dai soccorritori, se il paziente si reca dal dentista il dente può essere validamente trasportato in soluzione fisiologica o in alternativa latte.